05 dicembre, 2008

Ho conosciuto Rocky..

Tributo per un piccolo angelo

 

Io ho conosciuto Rocky. Non capita tutti i giorni di incontrare un angelo e può darsi che ti passi vicino e tu non riesca a vederlo.

Ma io Rocky l’ho capito subito..

Una storia triste, nato in strada da una cagnolina quasi cieca poi finita in canile, aveva vissuto per un po’ libero con un compagno di giochi; ma il veleno che avevano preparato per loro era riuscito ad uccidere solo il suo amico, e Rocky era finito in un  recinto.

Tre anni e mezzo è rimasto lì, in pochi metri quadri gelidi d’inverno e torridi d’estate. Così buono che ogni nuovo arrivato veniva messo nel recinto con lui, tanto con Rocky si poteva stare tranquilli..

E lui ne ha visti passare di cuccioli.. tutti adottati, l’uno dopo l’altro, mentre lui pazientemente sospirava e guardava il mondo dal suo angolino.. e intanto si ammalava. Mai un lamento, mai uno scatto..

Lo scorso dicembre però Rocky incontrò finalmente il suo destino. Una mamma tutta per lui, una famiglia, un amore incondizionato e generoso.

Una bella favola, tanta commozione, tanta felicità. Ma, come ha detto Arianna,  la sua mamma... chi è caro agli Dei.. viene chiamato presto a raggiungerli.

Rocky non c’è più. E’ morto la notte del 19 novembre, all’improvviso, quando tutto sembrava andare bene. Quando dopo lunghe ed estenuanti cure – sopportate sempre senza un lamento  – le cose sembravano aggiustarsi.

Io non sono brava ad affrontare le perdite, specie quando si tratta di esseri che mi sono molto cari, ma so che Rocky ha lasciato qualcosa ad ogni essere che ha incontrato: un po’ della sua dolcezza, della sua mitezza, della sua tolleranza, della sua allegria, della sua forza. E incontrarlo, per chi lo ha conosciuto davvero, è stata una fortuna inestimabile.

 

Io ho conosciuto Rocky.  

Addio dolce piccolino.

 

Questa  è la lettera di Arianna, la mamma di Rocky….

 

-----Messaggio originale-----
Da: arianna.valentino76@libero.it [mailto:arianna.valentino76@libero.it]
Inviato: sabato 22 novembre 2008 0.19
A: cuoredicane
Oggetto: a Loredana: lettera di una mamma
Priorità: Alta

 

Carissima Loredana scusa ma solo ora , frugando non poco dentro di me, trovo il coraggio di scriverti due righe.

Questi giorni sono stati una girandola perversa di emozioni negative, di notizie pessime, di pensieri capestri.

Mentre aravo le lenzuola oppressa da un brutto presentimento accompagnato da forti bruciori di stomaco, non sapevo di partecipare a distanza e inconsapevole a una grandissima perdita.Poi la mattina del 19 arriva la telefonata : Rocky è morto durante la notte, tra le braccia del mio compagno. Mi sento male , mi dispero e inizio a tormentarmi con sfilze di perché e a frustarmi coi sensi si colpa trasformati in un gatto a nove code . Mi prendo a scudisciate mentali per quasi due giorni mi aggrappo al telefono , tormento me e chi mi possa dare conforto e dire che “come Rocky nessuno mai…”Poi chiamo Marisa e vengo persino attanagliata dall’ invidia ( mi vergogno ma è cosi’ ) perché parla di Rocky come se fosse suo, come se fosse morto per darle l’ennesimo dispiacere , come se io fossi solo un spettatrice del loro legame… ma soprattutto perché lei ha altri cento cani mentre  IO sono rimasta sola . Una fetta del suo cuore se n’è andata con Rocky, certo, ci credo,  ma il resto della torta è ancora li’ . Il mio cuore invece se l’è portato via e io sono rimasta ad ammuffire in un dolore che non voglio dividere con nessuno.

Lo voglio assorbire tutto come un veleno mortale .

Oggi ho vissuto una giornata all’insegna della contraddizione : mi sono svegliata con un lottatore di sumo seduto sul petto, poi mi sono messa a piangere .

Poi il mio compagno mi ha parlato di come aveva sentito di riempire il vuoto che lo stava inghiottendo, macinando chilometri per andare fin quasi in

Germania a prendere un ammasso di pelo attrigato lasciato a languire fuori della porta perché i bambini di casa si erano stufati del giocattolo a cui domani si sarebbero spalancate le porte di un canile .

Sono stata felice per due ore di non tornare in una casa che avrei sentito vuota , poi l’abisso. Ho telefonato al mio fidanzato e ho avuto un attacco isterico : “ non voglio che abbia le cose di Rocky, compreremo altro.” Era il mio modo di dire che volevo che venisse rispettato il mio lutto, volevo continuare a sentire gli occhi di Rocky che mi svuotavano l’anima cucchiaio dopo cucchiaio, lasciandomi tipo una carruba secca e velenosa.

Nessuno potrà mai sapere cosa Rocky e io abbiamo vissuto : prima la lotta contro la leishmania , con quel maledetto farmaco che me lo avvelenava ogni giorno, la mia ostinazione a farlo guarire anche a costo di ucciderlo e la sua forza di volermi stare accanto senza un lamento anche quando le zampe gli si piegavano dal dolore. Poi gli occhi : alti e bassi come a cavallo delle onde, la mia lotta per farlo tornare a vedere la sua capacità di mostrarmi che riusciva ad accontentarsi di  guardarmi col cuore; poi la criticità del fegato: la mia corsa con l’anima fuori dai denti per salvarlo la sua voglia di farcela e di minimizzare il male che voleva avvilupparlo;

poi le ultime analisi, la sera prima della morte: rassicuranti , molto buone ed ecco la mia felicità aggrappata al sogno di spuntarla ancora una volta , come in tutte le storie a lieto fine .

Mentre io già affilavo le armi per le nuove battaglie , lui stavolta lasciava il campo.

Lasciva me.

Ha voluto scegliere di andarsene: poteva farlo solo quando io non c’ero, perché sapeva che non l’avrei permesso. L’avrei trascinato in altre cure, senza dargli tregua perché sono anche egoista . Per me lui doveva diventare eterno. Occhi, fegato, virus … un tampone qua un cerotto la’ ma al mio fianco.

Rocky mi ha reso migliore invece, ha tirato fuori la polpa .

Per questo voglio dirti cara Loredana grazie : grazie per le attenzioni che gli hai dedicato, grazie per la tua apprensione, grazie per la tua ostinazione nel donargli la vita vera.

Tu l’hai salvato, non io. Io l’ho solo amato, una cosa davvero non difficile con un essere meraviglioso come lui ma naturale .

Grazie per aver pianto per lui se è vero che le lacrime sono gradini che aiutano chi ci lascia a non guardare indietro, a salire in Paradiso… e se non è vero, beh, grazie lo stesso.

So che tutti voi sentite di aver perso un amico straordinario un angelo fatto cane.

Scusate se sono umorale , piagnona e disperata ma io sento di aver perso mio figlio.

Le persone come te sono capaci di donare la felicità quelle come me la ricevono soltanto  e vorrebbero tenersela stretta per sempre.

 

Rocky  mi ha donato se stesso per 11 mesi, quel poco di vita che gli restava . Io voglio solo continuare ad adorarlo per il resto della mia .

 

Spero di conoscerti presto Loredana , davvero. Avevo giurato a Marisa che l’avrei portato a Roma per Natale . Il destino mi ha reso anche bugiarda .

 

Ti abbraccio Loredana cara, fatti sentire quando vuoi, come ai bei tempi.

 

Ti prego dai le foto a Marisa per me: quelle al parco con le margherite dove il mio piccolo ora riposa per sempre.

 

Rocky il cane che ride… alla sua mamma che invece non riesce a smettere di piangere.

 

Con affetto infinito

Arianna

 

 

 

 

 

 

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