01 luglio, 2012

La vita di Principessa

Ricordo come sei arrivata al rifugio, dolce Principessa.. gettata da un’auto in corsa, di notte, sul retro del canile.. e le tue tre cuccioline gettate dopo di te, chiuse in una busta..

Eri poco più di una cucciola anche tu, avevi forse 10 mesi e quella era la cucciolata avuta dal tuo primo calore; eri tenera e con gli occhi pieni di paura e di speranza, e ti facesti portare nel recinto con gratitudine. Le cucciole furono tutte adottate, una dopo l’altra.. quando portammo via Prisca, l’ultima a lasciarti, il tuo pianto sommesso ci seguì straziante, come l’inevitabile rimorso..

Era l’anno 2004, quando i cani al rifugio erano tantissimi e i cuccioli morenti e abbandonati sembravano moltiplicarsi ogni ora. Di giorno in giorno, di anno in anno, sempre nuove emergenze, sempre casi urgenti... e Principessa -  buona, timida, silenziosa - non dava mai problemi, non si faceva mai notare..

 

E nessuno ti ha notata, dolce angelo, nessuno ti ha mai vista... cane nero di taglia media, che più invisibile non si può.... finchè dei noti segni di stanchezza intorno agli occhi e l’improvviso dimagrimento hanno annunciato che qualcosa non andava.

Chi sa quanto sia arduo curare un cane di leishmaniosi quando questa attacca i reni, e curarlo quando si trova in un canile povero e sperduto, può capire lo strazio, le difficoltà, con cui si cercava ogni giorno di portarti a fare le flebo che dovevano aiutarti a stare meglio e affrontare tutte le cure. Ma tu eri forte, e avevamo grandi speranze.

E con queste speranze prendemmo la decisione di farti ricoverare presso una clinica, per risparmiarti lo strapazzo di essere portata avanti e indietro dal canile, con il caldo, con pochi e sporadici aiuti di persone che bisognava pregare che dessero una mano....

 

Ma la sorte – voglio chiamarla così per non dire altro – aveva deciso di non darti possibilità, dolce angelo. Alla clinica (nonostante le accurate prescrizioni, la fornitura di medicinali e dosaggi, e le nostre continue richieste di notizie) la cura non fu seguita e in pochi giorni la Principessa che ci fu riconsegnata era un essere irriconoscibile, catatonico, che non stava in piedi. Assieme a Principessa, il conto salatissimo, il doppio del pattuito...

A nulla allora sono servite le cure assidue di un’altra clinica, questa volta seria, e tutto l’amore di cui sei stata circondata.

 

Ora Principessa non c’è più. Era un cane invisivile, gettato come spazzatura sul retro di un canile, dove aveva trascorso 8 anni senza che nessuno si interessasse a lei. E anche la sua morte doveva essere invisibile, dimenticata in una gabbia senza le cure che doveva ricevere. Perchè i veterinari non hanno mai colpe, e se non hanno una coscienza non devono rispondere a nessuno dei loro errori, specie se si tratta di cani senza un padrone...

 

Solo noi rimaniamo a piangerti, perchè a chi altro importa? Quanto vale la vita di Principessa?

Allora questo è per te, Princi, da parte di chi ti ha amata, di chi ha sempre pensato anche a te, di chi avrà per sempre il rimorso di non essere riuscita a darti una vita migliore.

Il tuo ricordo rimarrà sempre con noi.

 

Loredana